Centrale del Latte di Monza, Rimozione Amianto

Continuano i lavori di dismissione delle strutture industriali, a cui seguirà la demolizione completa, della ex Centrale del Latte di Monza.
La Foldtani sta seguendo tutte le operazioni, anche in vista della bonifica del sito contaminato.
In questo caso si è proceduto alla rimozione dell’amianto in fibra libera, usato per il rivestimento delle caldaie di pastorizzazione del latte!
L’operazione è stata condotta in ambiente confinato ed atmosfera controllata.

La rimozione dei materiali friabili costituisce una potenziale fonte di inquinamento ambientale e un rischio notevole per gli addetti ai lavori i quali devono contenere al massimo la dispersione di fibre che per inalazione possono causare gravi danni all’apparato respiratorio.
L’amianto friabile attualmente collocato in edifici ed impianti rappresenta un rischio per la salute pubblica, in quanto comporta il pericolo di dispersione di fibre d’amianto nell’ambiente di vita e di lavoro. La liberazione delle fibre contenute nei materiali con amianto dipende dallo stato di conservazione che può peggiorare in funzione di:
deterioramento;

manutenzione insufficiente;

danneggiamento volontario od involontario

Le tecniche usuali per la bonifica da amianto friabile sono:

confinamento, quando si sigilla tutto l’ambiente in cui è contenuto l’amianto onde evitare dispersione di fibre.

rimozione è il metodo di gran lunga più diffuso perché elimina all’origine il problema. E’ in genere un intervento tecnicamente complesso che comporta un elevato inquinamento. Una particolare tecnica di confinamento, durante i lavori di rimozione, è l’ utilizzazione dei glovebag (letteralmente “sacco con i guanti”), sacco in polietilene con maniche guantate che viene usato in particolari applicazioni come nel caso di tubazioni da bonificare. L’amianto rimosso rappresenta un rifiuto pericoloso che deve essere correttamente smaltito. Inoltre, generalmente, occorre applicare un nuovo materiale in sostituzione dell’amianto. I costi dello smaltimento del rifiuto e dell’applicazione del nuovo materiale coibente vanno aggiunti a quelli dell’intervento di rimozione.

incapsulamento riduce il rilascio di fibre, ma non aumenta la resistenza del materiale agli urti e quindi non elimina il pericolo di danneggiamento per vandalismo o per manutenzione, inoltre aumenta il peso specifico del materiale di amianto. Per questi motivi presenta numerose controindicazioni, citate anche dal D.M. 6/9/94.

Quando l’intervento di bonifica prevede l’attività su un’area estesa di amianto friabile è conveniente creare delle zone più piccole che rispettino i seguenti criteri:

Facile confinamento

Ridotta estensione per poter diminuire i tempi di rimozione

Assenza di pareti troppo spigolose per garantire un flusso d’aria più uniforme

Cubatura contenuta per permettere un’adeguata estrazione dell’aria

Agevole collegamento con le unità di decontaminazione.
Nel caso in cui ci fosse il normale svolgimento delle attività, nella zona attinente a quella di bonifica è buona norma quella di creare una zona neutra non accessibile a estranei, tra l’area di bonifica e le altre aree.
Prima di intervenire sui materiali contenenti amianto occorre liberare le aree di tutti gli arredi e le attrezzature mobili, disattivare l’impianto elettrico e escludere localmente il sistema di ventilazione sigillando anche le bocchette dell’aria. Il pavimento e le pareti devono essere rivestiti con teli di polietilene: quello del pavimento deve risalire sulle pareti per almeno 50 cm.
Inoltre i materiali contenenti amianto vanno raccolti in doppi contenitori ed imballati separatamente i materiali taglienti. L’uso del doppio contenitore è molto importante perché, mentre il primo contiene materiale rimosso all’interno del cantiere, il secondo non deve mai essere portato all’interno dell’area di lavoro

dismissione
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