La normativa italiana col Dlgs. 36/2003 recepisce la direttiva europea 99/31/CE che prevede tre tipologie differenti di discarica:
discarica per rifiuti inerti;
discarica per rifiuti non pericolosi (tra i quali gli RSU, Rifiuti Solidi Urbani);
discarica per rifiuti pericolosi (tra cui ceneri e scarti degli inceneritori).
La normativa definisce anche il piano di sorveglianza e controllo con i necessari parametri chimici, chimico-fisici, idrogeologici, meteoclimatici e topografici da determinare periodicamente con una stabilita frequenza delle misurazioni.[1]
La Foldtani si inserisce in ogni punto di Controllo (ed anche nella fase progettuale).
In questo caso si è proceduto al collaudo della copertura finale di una discarica di inerti a Bollate (MI)
La discarica deve essere costantemente controllata in tutte le sue fasi di vita, dalla realizzazione alla gestione dopo la sua chiusura. Tutti i controlli vengono fatti seguendo un piano di sorveglianza e controllo che prevede una serie di parametri da misurare attraverso dei sistemi di prelevamento ed analisi uguali per tutti in modo che non vi sia discordanza fra i dati. Il monitoraggio deve essere svolto su:
acque sotterranee;
acque meteoriche che attraversano la discarica;
percolato prodotto dei rifiuti in fase di deterioramento;
emissioni di gas dalla discarica e qualità dell’aria presente nelle vicinanze della discarica;
discariche in cui vengono smaltiti rifiuti contenenti amianto;
parametri meteoclimatici della zona in cui ha sede la discarica;
morfologia della discarica.
Il prelievo di acqua sotterranea è possibile grazie ad alcuni pozzetti piezometrici presenti a monte e a valle delle discariche. Controllando l’acqua sotterranea è possibile scoprire eventuali danni alle geomembrane che comporterebbero la fuoriuscita del percolato e il conseguente inquinamento del suolo e delle acque sottostanti il sito. Un altro problema sono le acque piovane che dilavano la discarica e che potrebbero contenere anch’esse del percolato. Tali acque se non raccolte potrebbero finire in corsi d’acqua siti nelle vicinanze della discarica. Un’approfondita analisi del percolato prodotto dai rifiuti potrebbe rivelare la presenza all’interno della discarica di rifiuti non conformi alla tipologia di discarica (ad es. rifiuti pericolosi in discariche di inerti). Un controllo dei gas emessi può essere utile per individuare eventuali fuoriuscite del biogas prodotto frutto di rotture nel sistema di captazione dei gas. La fuoriuscita di biogas potrebbe provocare inconvenienti se nei pressi della discarica vi fossero abitazioni. Per le discariche contenenti amianto è di fondamentale importanza la misurazione delle fibre di amianto disperse nell’aria per le problematiche ben note rispetto all’inalazione di amianto. Ogni discarica deve essere dotata di una centralina di rilievo dei dati meteoclimatici. Una discarica deve essere costruita in zone non troppo piovose e non troppo aride in base al tipo di rifiuti che deve contenere. Il monitoraggio della morfologia della discarica permette di seguire nel tempo la deformazione strutturale della discarica che avviene in modo lento con il deterioramento dei rifiuti e quindi con la loro diminuzione di volume. Il terreno in cui viene costruita una discarica deve essere un terreno solido, non deve situarsi in piane alluvionali e la zona non deve essere fortemente sismica. I siti costruiti in zone altamente sismiche potrebbero essere soggetti a rottura delle geomembrane e dei sistemi di captazione del percolato e del biogas.
Se la discarica è progettata e costruita correttamente, i rifiuti devono comunque rimanere sorvegliati per almeno 30 anni dopo la sua chiusura. Nel frattempo l’area è utilizzabile per altri scopi (in genere il terreno superficiale può essere usato per la crescita di piante).
Se la progettazione di una discarica è importante, non meno lo è la sua gestione. Infatti ogni discarica viene progettata per accogliere determinati rifiuti (inerti, non pericolosi o pericolosi) e quindi, salvo modifiche successive, deve accogliere solo quel tipo di rifiuti. Ogni discarica è progettata per accogliere un determinato volume di rifiuti e quindi ha una vita limitata, che può essere sí prolungata, ma non protratta indefinitamente. Anche le procedure di trattamento e di messa a dimora dei rifiuti devono essere eseguite in modo da non compromettere la sicurezza per chi vi opera e da non favorire fenomeni di inquinamento.
L’inquinamento ambientale legato a una discarica ben controllata e gestita può essere sensibilmente ridotto (anche per quanto riguarda i gas serra), oltre che attuando l’opportuna preselezione del materiale da conferirvi, sfruttando l’utilizzo della frazione compostabile per la produzione di biogas e ammendante agricolo. Vi sono comunque inconvenienti come la deturpazione del paesaggio e la necessità di sorvegliare l’area per un certo periodo di tempo dopo la cessazione dell’attività, oltre all’occupazione del terreno, che diviene inutilizzabile per altri scopi dopo la dismissione della discarica, che pure può essere trasformata in un’area verde.