Il diario del Geologo

Le Prove penetrometriche Dinamiche

Le Prove Penetrometriche Dinamiche sono una metodica rapida ed a costo contenuto per ottenere dati geotecnici sulle caratteristiche dei terreni di fondazione.

La Foldtani ha da tempo la strumentazione adatta per questo tipo di prove, sia il Penetrometro Superpesante, che quello Medio Leggero. Entrambi prodotti dalla Pagani Geotechnical, leader nel settore!

La prova penetrometrica dinamica DPSH (oppure SCPT – Standard Cone Penetration Test) è una prova puntuale che consiste nell’infiggere verticalmente nel terreno una punta conica metallica posta all’estremità di un’asta di acciaio prolungabile ad una batteria di aste, e misurare il numero di colpi  necessari per la penetrazione di 20 cm della punta, nel corso della prova.

La prova è stata standardizzata secondo le Norme ISSMFE (1988) e risponde ai requisiti del Testo Unico delle Costruzioni del 2018.

Esistono, poi, numerose equazioni e metodi matematici per valutare, dal numero di colpi, la stratigrafia del terreno, la portanza, l’angolo di attrito, ecc.

Tutto ciò permette così di poter dimensionare la corretta fondazione dell’edificio, per evitare cedimenti e danni.

Ulteriori approfondimenti possono essere letti qui !

Bisogna SEMPRE affidarsi a Geologi Esperti, come quelli di Foldtani.

La prova è così semplice che la comprende anche un bambino:

 

Utilizzo degli strumenti “Predittivi” nelle bonifiche di siti contaminati.

Sgombriamo subito il campo rispetto ad un equivoco che si può creare: gli strumenti “predittivi” non sono “magiche sfere di cristallo” che ci permettono di individuare immediatamente tutte le sostanze inquinanti (facendoci risparmiare le spese delle classiche analisi di laboratorio) e di permetterci di elaborare una bonifica “in tempo reale”.

XRF, PID ed altri strumenti da campo ci permettono di comprendere, ognuno per la sua funzione specifica e nei limiti della metodica, quali potenziali contaminazioni siano presenti nel terreno, in modo rapido, ma tutto ciò è solo una controllo “rapido preliminare” (screening) e non un valore definitivo.

Ci sono certamente delle limitazioni, in quanto rapidità e precisione non viaggiano proprio “a braccetto”, ma sicuramente lo screening primario ed affidabile è possibile.

Questi strumenti sono ASSOLUTAMENTE VALIDI SCIENTIFICAMENTE, danno risultati in tempi rapidi (pochi minuti, rispetto ai 5 giorni del laboratorio tradizionale), permettono di coprire vaste aree di campionamento (si possono fare anche 1000 punti di controllo in un giorno), hanno un costo per campione minimo (rispetto al laboratorio).

Il difetto è che innanzitutto (in Italia) la metodica US EPA 6200 non è ancora normata dagli enti competenti italiani (pur avendo valore scientifico e tecnico internazionale) per le indagini in contraddittorio previste dal D.Lgs 152/06 e s.m.ei. nei siti contaminati e, pertanto, sono comunque da fare le analisi classiche in laboratorio. Inoltre i vari strumenti attualmente in commercio non coprono l’intero spettro dei contaminanti possibili.

Ma vediamo quali strumenti “predittivi” possiamo attualmente usare (in possesso di Foldtani):

Per il controllo dei metalli pesanti (Arsenico, Mercurio, Piombo, ecc.), può essere condotta sul campo un’analisi preliminare tramite l’utilizzo dell’ XRF. Per approfondimenti clicca qui

Tale strumento viene impiegato per le applicazioni dove è necessario individuare la composizione chimica dei materiali, in particolare, nel campo ambientale rappresentato da terreni e rocce.

Potendo portare una tecnologia da laboratorio direttamente sul campo, si è in grado di effettuare analisi sfruttando una quantità minima di materiale prelevato.

La tempistica di rilevamente è praticamente in “tempo reale” in quanto una determinazione impiega sessanta secondi !

Il principio di funzionamento di tale strumento si basa sull’emissione di raggi X.

Questi ultimi, colpendo gli elementi presenti all’interno del materiale/terreno, provocano una eccitazione di alcuni elettroni presenti all’interno degli atomi, i quali, venendo espulsi, vanno a creare una vacanza nel guscio interno dell’atomo (effetto fotoelettrico), per poi successivamente essere rimpiazzati da un altro elettrone a stadio energetico maggiore.

In questo modo viene emessa una radiazione di fluorescenza da parte di un elemento chimico che presenta uno spettro caratteristico con righe ad energie note e tabulate, che dipendono dal suo spettro e lo rendono in linea di principio riconoscibile da ogni altro elemento.

In questo modo ogni elemento emetterà dei raggi X con lunghezza d’onda caratteristica.

Questi ultimi vanno verso il rilevatore dove al suo interno è presente un analizzatore che conta il numero di raggi X incidenti caratteristici e, a seconda del numero di conteggi e della intensità energetica dei raggi, è possibile identificare la natura dell’atomo.

In pratica possono essere condotti centinaia di campionamenti in sito, con una forte riduzione dei costi d’analisi.

Per il controllo degli idrocarburi si può usare il PID. Per approfondimenti clicca qui.

La tecnologia di rilevamento della foto-ionizzazione (PID) è generalmente utilizzata per il monitoraggio dell’esposizione a livelli tossici di VOC (sostanze contaminanti volatili).

In pratica si tratta di un apparecchio che aspira l’aria ed i gas inquinanti.

Tali gas vengono fatti passare in una lampada che “eccita” (fotoionizzazione) l’elemento, producendo uno spettro di risposta che viene letto da un sensore, il quale individua il tipo di contaminante gassoso.

Può individuare, oltre agli idrocarburi anche i solventi, la formaldeide ed altre sostanze allo stato gassoso.

Anche qui il tempo di misura è veramente breve (da 1 a 5 minuti) permettendo così di effettuare, in campo, numerosissimi campionamenti, contenedo contemporaneamente i costi d’analisi.

Altri Strumenti sono il misuratore di PCB (Policlorobifenili) in sito ed il misuratore degli IPA (Idrocarburi Policiclici Armotaci), ma il loro grado di precisione, per ora, non è sufficiente per la legislazione italiana.

Le Sonde Geotermiche

Alternativa ai Pozzi per Acqua geotermici a bassa entalpia (circuito aperto) esistono le Sonde Geotermiche a bassa entalpia (circuito chiuso)

La Terra è una fonte inesauribile di energia termica, che può essere captata e portata nei nostri edifici con diverse metodologie.

Una di queste è data dalla Sonde Geotermiche.

Si tratta di perforazioni verticali di piccolo diametro, spinte fino a circa 100 metri di profondità nel terreno (o roccia).

All’interno delle sonde geotermiche sono collocati dei tubi in polietilene, dotati di un percorso di andata e ritorno, dentro i quali circola acqua con glicole.

Il sistema di questa tipologia è chiamato chiuso in quanto non vi è scambio di fluidi con il suolo, ma un solo scambio termico, proprio del calore naturale che fuoriesce dal terreno.

Servono sia per la produzione di calore per il riscaldamento invernale che la generazione dell’acqua fredda per il raffreddamento degli ambienti durante i periodi estivi.

Per poter fare un campo sonde (non ne basta una, ma servono almeno 2-3 sonde) bisogna studiare bene il territorio dove si vanno a collocare.

In questo caso è indispensabile il Geologo (come quelli di Foldtani).

Per ogni approfondimento: clicca qui

Rigenerare i vecchi pozzi per acqua

Per evitare danni al pozzo ed al sistema idrico è molto importante la manutenzione del pozzo.

Cosa bisogna fare ?

Sicuramente la prima cosa e la più importante è tenere sotto controllo periodicamente il pozzo.

Molte volte basta un “piccolo segnale”, come una perdita di potenza nel circuito idrico, l’acqua non trasparente, ecc., per evidenziare che il nostro pozzo ha bisogno di manutenzione.

Un pozzo molto sporco va tenuto pulito costantemente, così da tenerlo in efficenza.

I costi per ripristinare un pozzo danneggiato sono sempre importanti, mente manutenere il pozzo, con controlli annuali è molto più economico.

Bisogna rivolgersi sempre a tecnici specializzati, come quelli di Foldtani.

Per ogni approfondimento, clicca qui

Come Bonificare i Serbatoi Interrati

Molte persone ci chiedono da dove derivi l’obbligo di bonificare ed estrarre i serbatoi-cisterne interrati/e di gasolio o di nafta pesante (detta anche BTZ).

Purtroppo non esiste, in Italia, una normativa specifica di settore, dopo l’annullamento del DM 24/5/1999 e la mancata pubblicazione delle norme attuative della Legge 179 del 31/07/2002 (art. 19).

Ci si deve basare quindi su norme di carattere generale (il D.lgs 152/06 e s.m.ei., che dice che non si possono lasciare rifiuti interrati) e sulle Linee Guida di ARPA Lombardia

Importante è anche evidenziare che la responsabilità (e gli eventuali costi di estrazione-bonifica) è in carico a chi materialmente ha posato e gestito il serbatoio fino alla sua dismissione-chiusura.

Un approfondimento è visibile cliccando qui

Chi, successivamente, avesse comprato l’immobile senza essere venuto a conoscenza dell’esistenza di un Vizio Ambientale Occulto (perchè non scritto nell’atto di vendita, ecc.), non è responsabile delle operazioni di dismissione.

Eventualmente potrà farle lui, ma rivalendosi, per i costi, sul precedente proprietario.

Lo stesso dicasi in caso di contaminazione dei terreni e successiva bonifica degli stessi.

Difatti la Direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale stabilisce le norme basate sul principio «chi inquina paga».

Ciò significa che una soggetto (in questo caso il responsabile primario della gestione del serbatoio) che provoca un danno ambientale ne è responsabile e deve farsi carico di intraprendere le necessarie azioni di prevenzione o di riparazione e di sostenere tutti i costi relativi.

La giurisprudenza su questo caso è ampia e consolidata, per cui è inutile “nascondersi dietro un dito” per evitare di dismettere il serbatoio !!

In ogni caso è importante affidarsi a tecnici specializzati e consulenti esperti, come quelli di Foldtani.

Di seguito trovate un video esplicativo sui lavori da fare per l’estrazione di serbatoi

Esportare rifiuti in Germania

La Foldtani è stata abilitata a campionare i rifiuti secondo le norme tecniche tedesche LAGA PN 98.

Questa è una grande opportunità di risparmio per tutte le aziende che devono esportare i rifiuti pericolosi presso gli impianti e/o le discariche tedesche.

I nostri siti sono visibili qui = LagaPn98 e Esportare rifiuti

Invece di chiamare tecnici abilitati direttamente dalla Germania adesso è possibile far intervenire tecnici italiani, con risparmio di costi e tempo.

Autorizzare un pozzo per acqua

Per ogni pozzo per acqua che si intende realizzare (non importa lo scopo) bisogna SEMPRE chiedere l’autorizzazione agli enti pubblici !

L’acqua è un bene PUBBLICO, per cui di proprietà dello Stato Italiano.

Ai sensi del 1° comma dell’art. 822 del Codice Civile, “… appartengono allo Stato e fanno parte del demanio pubblico il lido del mare, la spiaggia, le rade e i porti, i fiumi, i torrenti, i laghi e le altre acque definite pubbliche dalle leggi in materia …”. Pertanto fanno parte del Demanio dello Stato tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo (art. 144 comma 1, D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.ei.).

Pertanto bisogna chiedere SEMPRE il permesso per perforare il pozzo ed estrarre l’acqua

Il prelievo di acque pubbliche senza autorizzazione o concessione è vietato e sanzionato a norma dell’art. 17 del R.D. 11.12.1933 n. 1175 “Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e sugli impianti elettrici”

La multa (oltre alla denuncia penale per furto) va dai 3.000 Euro ai 50.000 Euro !!

Per questo la Foldtani ha creato un sito apposito per aiutare chi deve chiedere i permessi per i pozzi.

Per approfondimenti clicca qui.

I Pozzi per acqua

Presentiamo oggi il sito tematico sui pozzi per acqua.

La necessità umana di procurarsi acqua potabile (ma anche per altri usi) ha creato la tecnica dei pozzi per acqua, che si è affinata nel corso dei millenni.

Dai pozzi scavati a mano, si è arrivati a quelli perforati con apposite macchine.

Ed in quresto settore la Foldtani porta la propria esperienza professionale.

Si parte dalla corretta progettazione del pozzo (con studi idrogeologici approfonditi), per arrivare alla sua realizzazione, passando dai necessari adempimenti burocratici di legge (i pozzi vanno SEMPRE autorizzati).

Per approfondimenti, clicca qui

Ripartiamo con slancio

Sono finite le vacanze (purtroppo) e la Foldtani è di nuovo attiva.

Siamo operativi al 100 %

Le Pratiche Ambientali

Nel lavoro del geologo non ci sono solo le indagini in campo e le relazioni in ufficio, spesso bisogna confrontarsi con la burocrazia, per compilare le varie pratiche ambientali.

Autorizzazioni, istanze, protocolli, e quant’altro serve al cliente nei suoi rapporti con gli Enti Pubblici, sono il pane quotidiano del consulente ambientale.

Ed in questo la Foldtani è molto esperta.

Infatti abbiamo creato un sito tematico.

Per approfondimenti, clicca qui

Non bisogna dimenticare, poi, che gli errori nella Pratiche Ambientali, possono costare MOLTO CARI, si in termini economici che in termini giudiziari.

Ricerca

Categoria

Ultimi Articoli

Richiedi una consulenza

Consulenza